24 ottobre 2010

ganguro vs ulzzang: lo stesso principio


Inutile dire che il segno si è da tempo trasferito sul corpo eleggendolo a supporto (espressione di un’azione endo o esocolonizzante). Ganguro Girls (da ガンガン黒, gangankuro eccezionalmente scuro) sono espressione ultima ed estrema dell’avvenuto surdominio sul corpo del canone californiano televisivo. Filtrato attraverso la cultura manga e anime, il segno non serve più a definire una naturalità esplosiva e “analogica” (enhanced tits o labbra-canotto, finalizzate alla compiacenza voyeuristica e pruriginosa dello spettatore catodico) conseguita solo per mezzo di metodi tanto invasivi quanto chirurgici. Il segno si acclara qui, invece, nella propria artificiosità, essendo finalizzato ad una assoluta innaturalità dell’apparire, ad una masquerade quotidiana che trasforma un’adolescente giapponese (così si suppone) in una ragazza californiana alla Pam Anderson, senza necessità alcuna, per la prima, di dover necessariamente sbandierare il seno fasullo della seconda. L’estetica è filtrata da rimandi al look texano-cow-girl applicati alla commedia orientale e alla stilizzazione della figura umana su alcune riviste. Il principio fondamentale che sottende il tutto, però, sembra nella perdita di orientamento, nella schizofrenia capitalista, e peggio, nella negazione di alcuni aspetti fondamentali della propria identità: cultura, tratti somatici, colore della pelle o degli occhi (è già fiorito il mercato Ulzzang – avversarie/i delle/i Ganguro - delle lenti a contatto di altro colore, di pupilla più grande, ecc.). Ciò non diversamente da altri fenomeni che in Giappone, prima che da noi, hanno avuto successi straordinari (Gothic, Emo, Scene-Queen, Suicide).  L’identità di cui è latore il nuovo sistema di segni è perfettamente testuale. Ciò che ne consegue infatti è la definizione di figurine assai interessanti, molto più cartoonizzate che televisive, tutto sommato meno radicali, forse più divertenti ed estrose. Le Ganguro sono in corpore vili - è proprio il caso di dirlo - testo visivo e temporaneo. Quindi, tutte da interpretare. Forse anche, nel loro denunciare una propria connaturata linguisticità, sono artefatto consapevole della loro testualità che è meta-linguistica , pienamente versata all’intratestuale (citano le fashion victims dette Kogal, le yamanbas, o “streghe della montagna”, ragazze superaccessoriate e ultra-pittate in evidente rimando mitologico tradizionale, la rivista «Egg» o «Kawaii», e specificatamente il personaggio del tahitiano “Adamo-chan” interpretato nel 1995 dal comico Toshiro Shimazaki). 
Ganguro sono citazioni viventi di referenti vari e universi testuali contigui. Il che, detto a proposito di un essere umano, non è certo bizzarro, ma senz'altro inedito per la forza del fenomeno. Di fatto aderiscono, in una complessiva vetrinizzazione sociale cui si è costretti (e in Giappone certamente sovraesposti) ad una spettacolarizzazione iconica, ad una dimensione infantile e codificata condivisa da molti media differenti eppure ibridati tra loro (fumetto, televisione, cartoon).www.controilcinema.blogspot.com





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